Monte Cimone.
LA PRIMA GUERRA MONDIALE.
Il Cimone, di strategica importanza durante la grande guerra - la storiografia austriaca denomina infatti il Cimone la "Gibilterra" del fronte italiano - fu ampiamente conteso a partire dall'Offensiva di primavera del 1916. La vetta cadde in mano austroungarica il 25 maggio 1916, dieci giorni dopo l'inizio della Strafexpedition e vi rimase fino al 23 di luglio. Gli imperiali, svanita la speranza di sfociare in pianura e dopo le difficoltà incontrate sul fronte russo, ridussero le forze spostando la linea su posizioni dominanti gli altopiani e sulle propaggini di particolare valore tattico, tra le quali il Monte Cimone.
I soldati sardi della Brigata Bisagno avevano tentato ripetutamente di occuparlo con l'uso di scale e corde, ma erano stati sempre respinti con massi e bombe a mano. Il 23 luglio 1916 vi riuscirono i battaglioni alpini Val Leogra e Clapier, il 154º e 153º Fanteria. Da parte austroungarica fu allora programmata in ogni modo, ma invano, la riconquista. Si decise quindi di adottare l'unica soluzione possibile: far saltare per aria la cima e spazzare via così il forte presidio italiano.
La mina fu fatta brillare alle ore 5:45 del 23 settembre, due mesi esatti dopo la riconquista italiana, mentre si svolgeva il cambio di un battaglione della brigata italiana di fanteria Sele lì dislocata con altri reparti: due spaventosi boati riecheggiarono più volte tra le montagne vicine, seguiti da due torri di terra e di polvere che si alzarono in aria, mentre massi giganteschi precipitavano lungo le valli: tutto si svolse in pochi minuti durante i quali, sconvolta la cima del monte e sepolti oltre mille soldati, le truppe austroungariche balzarono in avanti per occupare le posizioni italiane dove lo scompiglio era stato tale da non permettere reazione alcuna.
Da allora il Monte Cimone è diventata una montagna considerata Sacra.
Vista del Monte Cimone dal drone:
Centenario della Grande Guerra, con Siro Offelli:
La mina e l'Ossario, con Siro Offelli:
Alcune foto: